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Buco dell’ozono, c’è speranza

Stefano Cisternino
3 min readFeb 16, 2023

Le emissioni umane di alcune sostanze chimiche causano ogni anno un buco nello strato di ozono sopra l’Antartico. Ciò influisce sulla capacità dello strato di ozono terrestre, situato tra circa 9 e 22 miglia sopra la superficie del pianeta, di assorbire radiazioni ultraviolette e di altro tipo, proteggendo la vita sulla Terra dai raggi nocivi del Sole. Gli scienziati del British Antarctic Survey hanno annunciato per la prima volta la scoperta di un’area di ozono assottigliata ‒ o “buco” ‒ nel maggio 1985. Spinto da questa scioccante rivelazione, il mondo si mise all’opera. Solo due anni dopo, nel 1987, 197 diversi soggetti hanno firmato il Protocollo di Montreal per cercare di limitare la quantità di sostanze chimiche nocive nell’atmosfera. Il Protocollo ha contribuito all’eliminazione graduale del 99% di queste sostanze e ha ottenuto il sostegno di tutti i Paesi del mondo. Lo scienziato della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) David Fahey ha dichiarato a The Guardian che quello di Montreal dovrebbe essere considerato «il trattato ambientale di maggior successo della storia».

L’eliminazione globale delle sostanze chimiche che danneggiano l’ozono, precedentemente presenti in spray per capelli, frigoriferi, condizionatori d’aria e prodotti per la pulizia industriale, sta già contribuendo a mitigare il cambiamento climatico e a ridurre l’esposizione umana ai raggi UV.

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Stefano Cisternino
Stefano Cisternino

Written by Stefano Cisternino

I am an environmental journalist and Junior Europroject Officer specialised in eco-education. I write about geopolitics and environmental issues

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