Dalla Marmolada alla Georgia: sulla scia dei passi di The Climate route
Una spedizione di 18mila chilometri, dal ghiacciaio della Marmolada fino allo Stretto di Bering, utilizzando esclusivamente i mezzi pubblici.
L’APS Climate Route, nasce nell’ottobre 2020 sulla base di una presa di coscienza collettiva: l’impatto delle attività umane sul pianeta è ormai divenuto insostenibile. Lo sfruttamento delle risorse naturali, il continuo ricorso ai combustibili fossili e la mancanza di prese di posizione in materia dei governi di tutto il mondo hanno condotto a una serie di problematiche che rischiano di diventare irrimediabili. Da ciò la scelta consapevole di operare una più ampia divulgazione in merito alle tematiche legate ai cambiamenti climatici, da effettuarsi principalmente in Italia ma anche al di fuori dei confini del paese natale del progetto. Ad oggi ne fanno parte una cinquantina di volontari che organizzano regolarmente interventi e iniziative a scopo divulgativo in ogni parte d’Italia e non solo.
Il movimento ha organizzato tre spedizioni scientifiche nell’estate 2021 in Sicilia, nelle Foreste Casentinesi e nelle zone colpite dalla tempesta Vaia (Trentino e Veneto) e ha realizzato un podcast dal titolo da “Clima a Fondo” che è stato insignito del CMCC Award nel settembre 2021. Il progetto principale di The Climate Route è stato però una spedizione di 18mila chilometri, dal ghiacciaio della Marmolada fino allo Stretto di Bering, utilizzando esclusivamente i mezzi pubblici. La spedizione, che vuole documentare gli effetti del cambiamento climatico sulla vita delle persone, si è svolta nell’estate 2022 partendo da Malga Ciapela (Veneto) per arrivare in Georgia.
La prima tappa ha portato il team di fronte allo stato disastroso del ghiacciaio della Marmolada, il quale ha già perso il 75% della sua superficie in solo 130 anni. Successivamente spostamento a Trieste, per documentare l’erosione del Carso e i suoi effetti su flora, fauna ed economia. Da questo momento incomincia il viaggio al di fuori dell’Italia, partendo dalla Slovenia con il tema dell’energia nucleare, esaminato dal punto di vista sia delle associazioni che delle aziende, in un continuo scontro tra denuncia e sostegno. In Croazia, presso la capitale Zagabria, l’associazione ha poi partecipato a un laboratorio condiviso sulla permacultura, scoprendo la pluralità di tecniche che vengono utilizzate in questo ambito.
Quarta tappa è poi stata la Bosnia Erzegovina dove si è affrontato il tema dell’energia idroelettrica, ritenuta rinnovabile e sostenibile ma tutt’altro che priva di impatto sull’ambiente. Il viaggio si è poi spinto in Serbia, dove i reuters hanno potuto valutare con i loro occhi l’impatto che le centrali a carbone di Belgrado stanno avendo sia sulla società che sull’ecosistema circostante. La rotta climatica attraversa poi Bulgaria, Turchia, e Georgia esaminando e valutando una serie di criticità e opportunità:dalle zone umide e i progetti di rigenerazione della palude di Dragoman alle aree montane e l’impatto del settore sciistico nel Parco nazionale del Pirin, dalla perdita di biodiversità nel Mar Nero alla progressiva desertificazione nella regione della Cachezia e le difficoltà quotidiane dei piccoli agricoltori.
L’ultima tappa sono state le foreste Azere distrutte dal disboscamento illegale. Purtroppo, varie difficoltà legate ai contesti geopolitico e pandemico hanno costretto i partecipanti a posporre a data da destinarsi la restante parte dell’itinerario fino allo Stretto di Bering.
La segretaria di TCR Camilla Tucillo ha aggiunto che la spedizione è finalizzata a realizzare un documentario la cui distribuzione è previstae nel 2023 grazie al supporto della casa di produzione trentina Auroravision e, riprendendo le teorie del biologo statunitense Edward Wilson, ha inoltre affermato che: “gli uomini sono animali audiovisivi, il documentario è una scelta funzionale a trasmettere il nostro messaggio e la nostra storia”.
In questo caso il messaggio si riassume nel voler raccontare il lavoro dei volontari e le esperienze delle persone incontrate nei territori lungo il percorso, mostrando il retroscena dell’attivismo climatico fatto da tutte quelle (non)scelte che ciascuna persona decide di intraprendere di fronte agli effetti innegabili di questa crisi.
La prossima tappa? l’UNFCCC COP27 in Egitto. The Climate Route è stata infatti selezionata per allestire un “side event” che verterà sullo scioglimento dei ghiacciai. L’intervento è previsto l’8 novembre 2022 e consisterà in un focus sul ghiacciaio della Marmolada: si parlerà dei temi e dei dati raccolti durante la spedizione, esaminando il progressivo collasso della “regina delle Dolomiti”. Non un caso isolato ma un destino che interessa tutti ghiacciai della Alpi (e non solo). I massicci glaciali si stanno ritirando e stanno scomparendo (insieme a tutte le informazioni climatiche, ambientali ma anche culturali che racchiudono). E quel che accadrà riguarderà l’intero pianeta.
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Articolo pubblicato su Duegradi: https://www.duegradi.eu/news/the-climate-route/