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Il paradosso climatico del turismo italiano: quando il caldo cambia le vacanze
C’era una volta l’estate italiana, quella delle spiagge affollate, delle città d’arte prese d’assalto, dei borghi montani rifugio dal caldo cittadino. Un’immagine che, come una fotografia sbiadita dal sole, sta lentamente perdendo nitidezza. Il cambiamento climatico, quella realtà che per anni abbiamo guardato con distacco, come se riguardasse solo gli orsi polari su lastre di ghiaccio alla deriva, ha bussato alla porta delle nostre vacanze. E non si è limitato a entrare: ha deciso di ridisegnare la mappa del turismo italiano. Immaginate di essere a Firenze, in una calda giornata di agosto. Il termometro segna 40 gradi, l’asfalto sembra fondere sotto i vostri piedi e l’idea di fare la fila per gli Uffizi appare più come una prova di resistenza che un’esperienza culturale. Non siete i soli a pensarlo. Secondo uno studio condotto dall’Ente nazionale italiano per il turismo (ENIT), le presenze turistiche in Italia durante i mesi estivi hanno subito un calo del 25%. Un esodo, si potrebbe pensare, ma la verità è più sottile: è una migrazione temporale. Quei turisti non sono scomparsi, si sono semplicemente spostati in primavera e autunno, stagioni un tempo considerate “di spalla” e ora protagoniste di una rinascita turistica.
Ma perché questo cambiamento? La risposta sta in un numero: 16. Non è l’età della dolce…