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India, Bangalore e la mafia dell’acqua

Stefano Cisternino
4 min readOct 27, 2021

L’acqua sta diventando una risorsa rara in tutto il mondo. Nella Silicon Valley indiana, Bangalore, situata a 920 metri di altitudine, trae ogni singola goccia d’acqua dal fiume Cauvery a circa 95 km di distanza. In questo modo la città riceve approssimativamente 1,9 miliardi di litri d’acqua, una cifra considerevole ma non sufficiente, in quanto l’amministrazione locale deve farla bastare a una popolazione di 13 milioni di persone.

Bangalore sta vivendo un boom urbanistico alimentato dalla crescita dell’industria informatica: dal 2011 la sua popolazione è quasi raddoppiata, passando da 6,5 a oltre 12 milioni di persone. Secondo le previsioni ufficiali, nel 2031 arriverà a 20 milioni di persone. Uffici e complessi residenziali sono molto cresciuti rispetto alla rete idrica, cosicché le condotte riescono a trasportare ogni giorno solo poco più della metà dell’acqua necessaria.

Il Consiglio per la fornitura idrica e la rete fognaria (BWSSB, Bangalore Water Supply and Sewerage Board), il principale ente per la gestione dell’acqua potabile, raggiunge appena il 60% delle abitazioni. Questo significa che, all’interno dei confini cittadini, più di 3 milioni di persone non hanno un accesso regolare all’acqua. Inoltre, le scarse fonti idriche sono interessate da crescenti livelli d’inquinamento e scarsa depurazione e, come se non bastasse, più del 20% si perde…

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Stefano Cisternino
Stefano Cisternino

Written by Stefano Cisternino

I am an environmental journalist and Junior Europroject Officer specialised in eco-education. I write about geopolitics and environmental issues

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