Immagine: Tempesta di sabbia a Bassora, Iraq (4 marzo 2022). Crediti: Mohammed_Al_Ali / Shutterstock.com

Iraq, lo spettro delle tempeste di sabbia

Stefano Cisternino
4 min readMay 28, 2022

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Sabato 9 aprile 2022 una tempesta di polvere ha spazzato gran parte dell’Iraq e ha lasciato decine di persone in ospedale con problemi respiratori. La tempesta è scoppiata nel Nord del Paese, portando alla completa cancellazione dei voli che servono Arbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan. La tempesta ha avvolto in un arancione spettrale Baghdad e le città a sud fino a Nasiriyah. La tempesta ha causato «decine di ricoveri in tutto l’Iraq a causa di problemi respiratori», ha detto all’AFP il portavoce del ministero della Sanità Saif al-Badr. Il direttore dell’ufficio meteorologico iracheno, Amer al-Jabri, ha detto che mentre le tempeste di polvere non sono rare in Iraq, stanno diventando più frequenti «a causa della siccità, della desertificazione e del calo delle precipitazioni».

L’Iraq è particolarmente vulnerabile al cambiamento climatico, avendo già assistito a precipitazioni record e temperature elevate negli ultimi anni: a Novembre, la Banca mondiale ha avvertito che l’Iraq potrebbe subire un calo del 20% delle risorse idriche entro il 2050. «Ci saranno tempeste di polvere per circa 243 giorni all’anno», ha detto il direttore generale del ministero della Salute e dell’Ambiente iracheno Essa Raheem Dakheel Al-Fayadh. «E nel 2050, l’Iraq avrà 300 giorni di tempeste di polvere durante tutto l’anno». Al-Fayadh ha chiarito che l’aumento del numero di queste tempeste deriva dalla diminuzione delle risorse idriche: «La mancanza d’acqua causa la continua diminuzione delle aree verdi in Iraq». La profonda desertificazione che sta colpendo il Paese è determinata da una pluralità di fattori, quali la diminuzione dell’acqua nel sottosuolo, la cattiva gestione dell’acqua e la salinizzazione, influenzando fortemente il fenomeno delle tempeste. Inoltre, la costruzione industriale di dighe e il prosciugamento di zone umide per l’agricoltura hanno indebolito fortemente i corsi d’acqua in tutta la regione, causando desertificazione.

Le tempeste di sabbia diffondono nell’atmosfera polveri minerali con texture differenti, tra cui quarzo, feldspati, calcite, dolomite, mica, anfiboli e pirosseni. I depositi di polvere a volte possono essere benefici per il clima come fonti di micronutrienti per gli ecosistemi, ma le polveri possono anche danneggiare i raccolti e causare malattie respiratorie trasportando pesticidi, erbicidi, metalli pesanti e materiali radioattivi. Le tempeste possono diffondere la radioattività a livello globale, influenzando il cambiamento climatico in modi che sono ancora sconosciuti. Inoltre, le guerre e la pesante militarizzazione del Golfo hanno anche rilasciato materiali pericolosi radioattivi nell’ambiente che potrebbero potenzialmente essere trasportati dalle tempeste di sabbia in tutta la regione.

Nel caso della polvere soffiata dal deserto del Sahara alla Francia l’anno scorso, le analisi hanno mostrato livelli anormali di radiazioni ritenute un residuo dei test nucleari francesi in Algeria durante gli anni Sessanta, ma gli scienziati hanno insistito che i livelli di contaminazione radioattiva erano sicuri e intorno a quelli naturalmente presenti nei minerali. Anche se le tempeste di sabbia non causano direttamente il cambiamento climatico, secondo Mohammed Mahmoud, direttore del programma Clima e Acqua del MEI (Middle East Institute), l’aumento della polvere o della sedimentazione sull’acqua superficiale degli oceani può portare a un maggiore assorbimento della radiazione solare negli oceani. Questo riscalda la superficie del mare e può quindi aumentare le temperature regionali e amplificare gli eventi meteorologici estremi. Tra i fattori legati alle tempeste di sabbia, sospettati di causare indirettamente il cambiamento climatico, ci sono i depositi di particelle fini trasportate dall’aria, i quali creano sedimenti che possono intasare i laghi e le paludi vicine, e a volte coprire ampie fasce marine del Golfo Persico. Dati questi fattori, diventa evidente che le tempeste di sabbia innescano un circolo vizioso: il cambiamento climatico causa le tempeste e le tempeste esacerbano i suoi effetti. La vita socioeconomica ruota intorno ai modelli meteorologici, quindi i mezzi di sussistenza sono gravemente minacciati.

Quando le persone non possono dipendere dalla terra per il loro sostentamento, migrano verso aree urbane come Bassora o Najaf in cerca di lavoro. «Il futuro è l’emigrazione», ha detto Adel Al-Attar, consigliere iracheno per l’acqua e l’habitat del CICR (Comitato internazionale della Croce Rossa), aggiungendo che «la disoccupazione è alta, così come le tensioni, il che non è di buon auspicio per la ripresa e la stabilità». Igor Malgrati, consigliere regionale per il Vicino e Medio Oriente del CICR per l’acqua e l’habitat, ha infine commentato che «in Iraq, si ha un ambiente che è stato progressivamente danneggiato da anni di conflitto, da una cattiva gestione ambientale e da una governance debole. Quando si aggiunge il cambiamento climatico al mix, si ha la tempesta perfetta».

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Articolo pubblicato su Treccani: https://www.treccani.it/magazine/atlante/geopolitica/Iraq_spettro_tempeste_sabbia.html.

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Stefano Cisternino
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Written by Stefano Cisternino

I am an environmental journalist and Junior Europroject Officer specialised in eco-education. I write about geopolitics and environmental issues

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