L’Italia a rischio desertificazione

Stefano Cisternino
3 min readSep 21, 2022

Nel corso di questa estate, il governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza in cinque regioni a causa della crescente siccità. Basta vedere le immagini del Po per capire quanto sia drammatica la situazione: Il fiume ha più di 100 milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto a quanto dovrebbe avere in questo periodo dell’anno. Non c’è da stupirsi del perché: il primo semestre del 2022 è stato caldissimo in Italia, dello 0,76% in più rispetto alla media. Tuttavia, è stato anche il più secco, con un’enorme diminuzione delle precipitazioni, pari al 45%. Questi effetti evidenti e scioccanti non costituiscono un problema solo del 2022: sono decenni che si lancia l’allarme rispetto a tale fenomeno; in particolare nel Sud Italia. Regioni quali Sicilia, Puglia e Sardegna sono da tempo riconosciute come altamente vulnerabili alla desertificazione e ora stanno incominciando ad affrontare le prime fasi di questo processo. Una minaccia che lungi dall’essere localizzata solo nel Sud si estende a tutto il Bel Paese, trasformando anche i terreni fertili del Veneto, del basso Piemonte e dell’Emilia-Romagna in deserto e polvere. Ad oggi ben il 28% del territorio italiano è a rischio.

Numerosi fattori contribuiscono al problema ‒ salinizzazione, erosione dell’acqua, urbanizzazione, inquinamento e tecniche agricole ‒, ma è la crisi climatica a rendere sempre più rapida la trasformazione dell’Italia in deserto: già a partire da questo inverno sono previste diminuzioni drastiche delle precipitazioni, esattamente del 40 %, nonché una riduzione dell’80% delle nevicate. Tutto ciò inciderà nel prossimo futuro sul rischio di incendi sempre più estesi e distruttivi, di fatto intaccando l’unica vera protezione verso la desertificazione: il polmone verde costituito da alberi e vegetazione. A lungo termine, gli impatti sono prevedibili: meno agricoltura, meno disponibilità di acqua e quindi costi crescenti. Quello che si viene a creare è un circolo vizioso che si autoalimenta, diminuendo progressivamente le nostre possibilità di sopravvivenza e trasformando l’Italia in un dust bowl (‘catino di polvere’), un deserto inospitale per qualsiasi forma di vita. Per fare un paragone, è come se progressivamente stessimo volontariamente trasformando il nostro Paese nella superficie della Luna.

Per contrastare l’avanzare del fenomeno occorre un cambiamento radicale nel modo di utilizzare l’acqua. È necessario attuare politiche di rafforzamento della rete di infrastrutture idriche per ridurre gli sprechi, puntando, per soluzioni a breve termine, sull’adattamento piuttosto che sulla mitigazione. Anche gli agricoltori dovranno lavorare in modo più efficiente con l’acqua e contribuire alla protezione dei loro terreni. Ma al di là delle strategie pubbliche per ridurre il consumo di acqua, potrebbe essere necessario cambiare il nostro modo di vivere e alimentarci, in quanto la desertificazione non incide solo sul rischio di gravi incendi, ma anche sul nostro accesso a risorse essenziali come acqua e cibo.

Di fronte a siccità, caldo fuori stagione e segnali della crisi climatica sempre più palesi, rimangono ancora diffusi lo scetticismo e il negazionismo, sia a livello internazionale — il premio Nobel norvegese Ivar Giaever si è posto tra i promotori di un documento, subito condiviso su Facebook, che ha trovato l’adesione di oltre mille firmatari, denominato Dichiarazione mondiale sul clima (WCD, World Climate Declaration), dove si nega la responsabilità umana nel cambiamento climatico — sia nazionale: durante il talk show politico Carta Bianca, il climatologo Luca Mercalli ha lasciato lo studio dopo che Francesco Borgonovo, vicedirettore del giornale La Verità, ha affermato che il cambiamento climatico e i dati dell’IPCC non costituiscono più una verità scientifica ma un oggetto di dibattito.

Il rischio che si corre è di ritrovarsi, quando non si sentirà più il suono delle grasse risate e degli applausi del pubblico, dopo l’ennesima condivisione sui social di notizie false, dopo il milionesimo commento negazionista da parte di figure di spicco, solo con cumuli di polvere.

_____________________________________________-

Link: https://www.treccani.it/magazine/atlante/societa/L_Italia_rischio_desertificazione.html

--

--

Stefano Cisternino

I am an environmental journalist and Junior Europroject Officer specialised in eco-education. I write about geopolitics and environmental issues